Il 21 aprile 1918 sui cieli di Vaux-sur-Somme veniva abbattuto Manfred Albrecht von Richthofen, l’Asso degli assi dell’aviazione tedesca della Prima guerra mondiale. Eroe dei tedeschi, autore di 81 vittorie aeree, era stato denominato il ʽBarone rosso’ per via del suo titolo nobiliare e per il vezzo di pitturare di rosso i suoi aerei, a partire dall’ Albatros D III, con cui aveva ottenuto il suo primo successo da pilota da caccia nello scontro con un Nieuport sul fronte di Verdun
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I duelli aerei di quegli anni erano oggetto di cronaca ammirata nei principali quotidiani del mondo, e il pilota che pose la parola fine alla leggenda che maggiormente contribuiva a tali cronache fu il capitano Arthur Roy Brown, della Canadian Air Force, scontratosi con il triplano Fokker del Barone Rosso, abbattendolo, la mattina del 21 aprile 1918. L’ufficiale, pur consapevole che si era reso protagonista di un evento che sarebbe passato alla storia con una certa evidenza, non si era sentito fiero né tantomeno felice per la conclusione del duello.
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La cerimonia, svolta secondo il rito inglese, si svolse con tutti gli onori militari. Davanti alla tenda in cui giaceva il cadavere di Richthofen arrivò l’autocarro militare su cui venne adagiata la bara. Seguirono il veicolo un sacerdote anglicano e numerosi ufficiali della RAF. La destinazione del corteo funebre inglese per un pilota tedesco era il cimitero di Bertangles, piccolo borgo francese nelle vicinanze di Amiens.
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Come era consuetudine tra i piloti – che si sarebbe ripetuta nel successivo conflitto mondiale – il giorno seguente, 23 aprile, un pilota inglese volò a bassa quota sulle linee tedesche e lanciò un involucro contenente la foto della salma di Richthofen e del picchetto che gli rendeva gli onori al funerale. Conteneva altresì un messaggio scritto in inglese: “To the German Flying Corps. Rittmeister Baron Manfred von Richthofen was killed in aerial combat on April 21st 1918. He was buried with fully military honours. From the British Royal Air Force.”
Dal libro di Ferdinando Fedi “Nemici ma con onore - Da Ruffo di Calabria a Durand de la Penne, quando in guerra prevale l’aspetto umanitario”
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Gennaro orefice (lunedì, 22 aprile 2024 09:00)
Preservare l'onore in battaglia, riconoscendo il valore del nemico, fa grande il coraggio e l'umanità del combattente vincitore.