Visto dagli spalti, il calcio è passione, tifo, competizione. Ma, nelle categorie minori, è anche per certi versi una dimensione familiare, magari in campo giocano i propri figli, ci si porta la moglie... e i tifosi avversari sono lì vicino, ci si sente e si possono scambiare battute sagaci sia con “quegli altri” che con i giocatori o gli arbitri. Ne viene fuori un quadro insieme serio (sportivamente parlando) e comico (per le battute) che Alessandro Pezzin, da diligente cronista sportivo, ha collezionato e riportato nel suo “Alta, che eà se suga!”, spiegando ogni boutade e contestualizzandola in modo preciso.
Così, veniamo a sapere che “Arbitro, gheto el soe su i oci?” si riferisce alla probabile causa del supposto deficit visivo arbitrale, “El xe sempre in mexo, come 'e suocere!” intende paragonare l'ingombro fisico dell'arbitro a quello morale della madre della consorte, e “I xe bravi tufarse, i vien dal Cavain!” definisce la bravura nel simulare dei falli subiti come derivata dalle origini balneari degli avversari.
“Alta, che eà se suga!” contiene più di duecento aneddoti spiegati, per un libro divertente e di testimonianza del calcio dilettantistico veneto.
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