Mario Bariani, nato a Rovigo nel 1945, dopo gli studi classici, si è laureato, a ventitré anni, in giurisprudenza con centodieci e lode.
Ancor giovane e pieno di speranze, grazie all’eminente votazione e un po’ per onorare una tradizione di famiglia, si sentì quasi in dovere - ma senza troppo entusiasmo - d’intraprendere la
carriera accademica vestendo per poco tempo i panni di assistente di diritto civile presso l’Università di Ferrara. Già in passato, infatti, anche suo padre Luigi - prima d’insegnare nei licei -
era stato assistente a Padova del mitico latinista Concetto Marchesi, così come due fratelli e altri congiunti ricoprono tuttora incarichi universitari. Ma, dopo due lunghi anni d’attesa, la
borsa di studio ministeriale - che doveva sancire l’ingresso formale nel novero dei ricercatori dell’ateneo estense - si faceva ancora attendere. Mario Bariani, deluso ma non mortificato, decise,
quindi, d’abbandonare l’università e d’iniziare - grazie all’amico Enzo Lazzaro - a scrivere per i giornali.
Dopo il praticantato, superato l’esame di “giornalista professionista”, esercitò l’attività di redattore, dapprima per Il Resto del Carlino, poi per L’Eco di Padova (Gruppo Rizzoli), ricoprendo,
inoltre, l’incarico di revisore dei conti dell’Ordine dei Giornalisti di Venezia. Ben presto, però, s’accorse quanto rispondesse al vero il monito che il padre gli muoveva da tempo: “Carmina non
dant panem”, lo scrivere - gli ripeteva il genitore - non dà da mangiare, così come, usualmente, la cultura non rende ricchi, tanto che persino il Petrarca rimbrottava: “povera e nuda vai
filosofia”.
Sulla base di queste premesse, Mario Bariani stabilì che, forse, sarebbe stato più conveniente esiliare erudizione e sapere nell’ambito della sfera privata, come si fa con le gioie intime,
piuttosto che farne un mestiere, un lavoro vero e proprio con tutte le scabrosità che esso può comportare.
Nella seconda metà degli anni Settanta, avendo deciso di guardarsi d’attorno alla ricerca di un’alternativa, volendo osservare la realtà dall’alto per maturare una visione meno provinciale del
mondo e della vita, Mario Bariani materializzò l'allegoria della sublime elevazione fisica e intellettiva, della spinta verso la dimensione verticale, conseguendo addirittura il brevetto di volo
presso l’Aeroclub di Padova. Ciò gli fruttò una weltanschauung ampia e serena, una rassicurante visione panoramica che gli suggerì di abbandonare ogni ruolo da dipendente (sia pure qualificato
come quello di “giornalista professionista”), perché aveva maturato l’ambizione di dare più effettività al suo impegno ricercando un’attività autonoma che finalmente gli consentisse di
conseguire, oltre alle gratificazioni professionali, anche obiettivi personali importanti coniugando imprenditorialità, deontologia e competenza.
Ispirato da questa non agevole pulsione, deliberò, senza possibilità d’appello, di appendere al chiodo la macchina da scrivere e di cominciare a collaborare, dalla fine del 1979, con la struttura
di Ennio Doris, oggi presidente del gruppo bancario Mediolanum e allora manager della Dival (Gruppo Ras), società d’intermediazione e consulenza finanziaria.
Affrontando aspre fatiche e inesauribili iter formativi (corsi innumerevoli e master anche presso la SDA Bocconi e la Cattolica di Milano), figurando tra i fondatori di Banca Mediolanum, Mario
Bariani percorse un’onorevole carriera manageriale che lo portò ai vertici dell’azienda.
Oggi, a pochi mesi dalla pensione, dopo che i figli (ingegner Paolo e avvocato Marco Bariani) si sono costruiti una loro posizione, gli è tornata la voglia di scrivere.
Dopo aver pubblicato “Corte Bariani”, una rievocazione storica e soprattutto simbolica dei luoghi in cui sorge la sua casa di campagna, ha dato alle stampe questo libro in onore dell’amico Ivan
Ferrari, famoso, intelligente e originale costruttore di aerei ultraleggeri.
Mario Bariani assicura: “non si tratta di un romanzo, ma di una cronaca fedele resa avvincente non dalla mia fantasia, ma dall’estrosa e creativa vita del protagonista, Ivan Ferrari.
Un'esistenza, la sua, che ho deciso di raccontare proprio perché è tanto dissimile dalla normalità e fonte, per chiunque, di utili spunti per uscire dalla morsa della noia e intravvedere le
grandi opportunità che la vita riserva a tutti noi.
E-mail: cortebariani@gmail.com
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